sabato 20 novembre 2021

Memories of the Sword


Cari spadaccini volanti, 

il film di oggi è del 2015, per la regia di Park Heung-sik, sceneggiato a quattro mani con la scrittrice Choi Ah-reum. A dispetto di un cast stellare, è un film che si propone di omaggiare la produzione cinese sulle arti marziali che spopolava dal 2010 negli Stati Uniti. Infatti il budget da 10 milioni di Won è stato ben ripagato da un'imponente distribuzione americana che gli ha fatto fare bei soldini, ma ha buttato alle ortiche il talento dei protagonisti e una storia con molto più potenziale di quello che ritroviamo sullo schermo. 

Un tripudio di salti da 60 metri e combattimenti aerei ai limiti della ionosfera, da far impallidire Goku e Vegeta che si scontrano nel primo Dragon Ball. Una serie di esagerazioni ed abuso di grafica computerizzata da far passare in secondo piano una storia molto bella. 

Non poteva mancare il tema della vendetta che spazza via le vite di chi ci si trova coinvolto. La fotografia è una gioia per gli occhi, così la colonna sonora e i costumi. 

Un pasticcio con i nomi che sono cambiati nel salto temporale di 15 anni fra la storia delle tre spade e il presente con i suoi intrighi di corte. Sul-rang si fa chiamare Wol-so, Duk-gi si fa chiamare Yu-baek (anzi, Generale Yu-baek, altrimenti nemmeno si gira!), Hong-yi si fa chiamare Gam-cho, ma ha anche un altro nome. Solo a fare il riassunto mi è venuto il mal di testa!

I personaggi sono eccezionali:

Lee Byung-hun è Duk-gi e non ha bisogno di presentazioni. È bello come il sole e vedendogli interpretare un personaggio cattivo fino al midollo, produce un effetto devastante. Il suo carisma buca la pellicola come al solito.

Jeon Do-yeong (che personalmente ricordo sopratutto per la sua strepitosa interpretazione in Secret Sunshine di Lee Chang-dong) è Sul-rang, un personaggio che riesce ad essere sia dolce che passionale, forte e fragile, donna e guerriera (sì, in contrapposizione!), madre e nemica, moglie fedele e amante lussuriosa. Nella versione originale avrebbe dovuto travestirsi da uomo perchè sarebbe stato impensabile per l'epoca avere un guerriero donna, ma poi si dimenticano e il suo personaggio si salva dal ridicolo che non ha risparmiato la sua compagna di sventura, ovvero:

Kim Go-eun è Hong-yi. Dopo il successo di A Muse e Monster, nel 2015 lavora a 3 grandi film contemporaneamente: questo, Coinlocker girl e The Advocate. Cioè, questa debutta a 21 anni e a 24 fa la spola fra il set di un kolossal storico, un dramma e una commedia. Lei è bravissima, nonostante un viso non particolarmente espressivo. Parla arabo per nascondersi e si "traveste" da uomo con una mascherina che le copre la bocca. 

Lee Jun-ho è Yul, il campione di spade di corte, che vive nell'ombra del generale (tecnicamente due spanne sopra di lui con la spada) e dovrebbe essere il vero antagonista di Hong-yi prima della battaglia finale con Duk-gi. Invece appare e scompare. Crede al fatto che Hong-yi sia un uomo finchè non lo recupera ubriaco da un locale, lo porta a casa sua e (come farebbe ogni uomo) decide di strofinargli il petto con uno straccio imbevuto di acqua fredda mentre dorme. Sotto la tunica ci trova una fascia e allora capisce. Se avesse tolto la fascia non ci avrebbe trovato molto di cui insospettirsi, perchè la bella Go-eun è piatta come una tavola anche per gli scarni standard coreani. Ma vabbè.

Kim Tae-woo (lo ricordiamo come il feticcio di Hong Sang-soo) è Jon-bok. Perfetto per il suo ruolo di giuggiolone figlio viziato dell'imperatore, è un altro di quei personaggi buttati via in questo cast.

Lee Geung-young è solitamente un grande attore e rende il personaggio del maestro sia drammatico che divertente, ma si capisce bene che è schiacciato da troppi clichè che gravitano sul personaggio dell'anziano maestro di arti marziali. 


In definitiva è un film che vi farà divertire, appassionare, ma anche incazzare. Vale la pena vederlo e come sempre grazie di cuore a ela per averlo tradotto.


TRAMA: Durante l'era Goryeo, 3 grandi spadaccini organizzarono una rivolta popolare contro l'imperatore. Sul-rang, la spada saggia; Duk-gi, la spada impetuosa e Pung-chun, la spada misericordiosa. Catturato Jon-bok, il figlio dell'imperatore, hanno la vittoria in tasca. Ma due di loro tradiscono i rivoluzionari e mandano a monte la rivolta. Pung-chun viene ucciso insieme a sua moglie e sua figlia Hong-yi. Ma qualcuno salva la neonata gravemente ferita e la alleva insegnandole i segreti della spada perchè un giorno possa vendicare la morte di suo padre e della rivoluzione...


Distribuito in USA

Sottotitoli disponibili nel nostro fansub.

Buona visione.




martedì 12 ottobre 2021

Take off 2

 

Cari sportivi, 

il film che vi presentiamo oggi è del 2016 per la regia di Kim Jong-hyun, per la prima volta su queste pagine. Non un grande regista e non un grande film, ma (lo avrete già capito) il sequel di un film che -inaspettatamente!- ha avuto un grande successo di pubblico. Parliamo chiaramente del primo Take off, un'improbabile commedia che raccontava le gesta della prima squadra olimpionica coreana di salto con gli sci. Una squadra tirata su all'ultimo minuto e destinata a portare la bandiera coreana insieme a tutte le altre e poi lasciarsi sconfiggere miseramente. E invece no. No, non vi sto spoilerando il film, è che la storia, per quanto romanzata, è ispirata a fatti reali. Ma di questo ne abbiamo già parlato. 

Se il primo capitolo era ambientato nel 1997, questa volta saltiamo al 2002-2003, in occasione degli Asian Winter Games di Aomori (Giappone). Come nel precedente capitolo, i coreani stavolta si trovano costretti ad avere una squadra femminile di hockey su ghiaccio. Anche questa volta, la vicenda è ispirata a fatti realmente accaduti

Il copione si ripete, ma la storia si evolve bene ed è divertente. In più, come ci fa notare il nostro instancabile subber e blogger tuttofare, è stata proprio la squadra femminile di hockey che nel 2018 ha partecipato ai giochi olimpici invernali  per la prima volta sotto la bandiera della Corea unificata. Chissà che un giorno...


Un'altra traduzione del nostro Caprenne! Cliccate sul nome per visitare il suo blog.

TRAMA: Kang Dae-woong (Oh Dal-su) è il più scapestrato degli allenatori che la federazione sportiva sud coreana abbia mai avuto. Dopo un passato da sportivo professionista, conduce una vita dissoluta fatta di alcol ed espedienti per vivere alla giornata. Tuttavia se vogliono partecipare all'assegnazione dei giochi olimpici invernali, i dirigenti della federazione olimpica nazionale sono costretti ad ingaggiarlo perchè il tempo stringe e nessun altro allenatore professionista vorrebbe perderci la faccia. Il suo compito sarà creare dal nulla una squadra di hockey femminile. Non importa che vincano, non importa nemmeno che gareggino. Ma la squadra in questione, composta da Soo-Ae (Lee Ji-Won), Oh Yeon-Seo (Park Chae-Kyung), Ha Jae-Suk (Ko Young-Ja), Kim Seul-Gi (Jo Mi-Ran), Kim Ye-Won (Kim Ga-Yeon), Jin Ji-Hee (Shin So-Hyun) e Park So-Dam (Lee Ji-Hye), si fa coinvolgere troppo...



Disponibile in DVD: No.

Sottotitoli nel nostro fansub!

Buona visione

sabato 25 settembre 2021

The King and the Clown


Cari buffoni, 

il film che vi presentiamo oggi è un classico dell'ormai lontano 2005, per la regia di Lee Joon-ik, regista nuovo su queste pagine e non particolarmente prolifico, ma attratto dalle figure dei peggiori tiranni della storia della dinastia Joseon, come vedremo in futuro. 


La storia coreana è minuziosamente riportata nei "Annali della dinastia Joseon", una sorta di diari che il re compilava durante il suo regno e che gli storiografi di corte si occupavano di pubblicare e conservare alla fine del regno a beneficio dei re successivi. Di tutti questi re, Yeonsan-gun è considerato il peggior tiranno che abbia mai seduto a quel trono. Tuttavia, una trama complessa e a suo modo delicata, riesce a ribaltare la situazione e ci presenta l'uomo che si celava dietro gli abiti sfarzosi e i palazzi immensi. Lo fa proprio a partire da quelle ambientazioni, rese impeccabili nella ricostruzione accurata degli ambienti, dei vestiti e delle usanze del tempo. Una fotografia eccellente. Una recitazione immensa.


Ma andiamo per ordine. Nel 2000 un tale Kim Tae-woong scrive un bellissimo dramma teatrale sulla vita di due buffoni di corte. Un dramma su una storia d'amore tra due buffoni che con la loro arte riescono a cambiare la storia. A questo punto urge una precisazione. Il buon Caprenne, insatancabile blogger e traduttore, nel suo interessantissimo articolo sul suo blog ci fa notare quanto il titolo internazionale sia fuorviante. Questi "buffoni" sono infatti degli artisti che praticano molte discipline, dalle acrobazie, alle commedie, passando per i drammi ispirati alla realtà. La traduzione in inglese, oltre a fare riferimento a versioni video antiquate e difficili da reperire, aveva anche il difetto (in alcuni punti) di falsare volutamente i dialoghi tra i due protagonisti, in modo che non fosse troppo evidente il loro rapporto amoroso, probabilmente per non turbare le platee più bigotte. 


Tutto inizia da un atto di coraggio che porta i due protagonisti e la loro "compagnia teatrale" alla corte di un tiranno sanguinario, dove dovranno usare la loro arte per salvarsi la vita. Un'espediente narrativo interessante, che subito incolla alla sedia, ma anche una concezione romantica di quello che gli artisti fanno nel corso di tutta la loro carriera: mettere l'arte davanti alla loro stessa vita. Ma non è tutto. La storia si evolve in un crescendo di situazioni complicate che... vedrete.


Kim Woo-sung che conosciamo dai tempi di Marriage is a crazy thing, incanta con il suo personaggio granitico, forte, carismatico, ribelle. Troppo incline a mancare di rispetto all'autorità per riuscire a tenersi fuori dai guai. 


Lee Joon-gi, già su queste pagine per Fliyng boys, incarna un personaggio androgino, etereo, oggetto di desiderio, ma anche portatore di un grande coraggio e immenso amore. L'uomo dietro il personaggio, a dispetto della sua apparenza delicata, è un esperto di arti marziali fin dall'infanzia. Si fa notare negli stati uniti dove attualmente lavora alla sua carriera hollywoodiana spesso rifiutando le controfigure per le scene d'azione. 


Jung Jin-young è il re-tiranno che nasconde un uomo sensibile, ferito, incattivito dagli episodi della sua infanzia e dal clima marziale della corte che cerca di limitare i suoi eccessi. Lo dipinge con una recitazione eccessiva, che fa storcere il naso nelle sue prime apparizioni, ma poi si fa capire con le scene in cui lentamente vengono a galla le paure e le debolezze del personaggio. 


Menzione d'onore per il grande Yoo Hae-jin che interpreta Yuk-gab, rendendo epico un personaggio secondario. 


Un'altra magnifica traduzione del nostro Caprenne.


TRAMA: Jang-saeng (Kam Woo-sung) e Gong-gil (Lee Jong-gi) sono due artisti di strada. Buffoni, acrobati e attori di grande talento, ma sono anche innamorati. In fuga da una compagnia dove venivano sfruttati e ricercati per l'omicidio del loro precedente impresario, si rifugiano nella città reale di Hanyang (antico nome di Seoul) dove fanno successo mettendo in scena delle commedie in cui si prendono gioco del re Yeonsan (Jung Jin-young). Un senatore di passaggio assiste a uno spettacolo e decide di farli punire severamente. Gong-gil riesce a strappargli una promessa: se il re vedrà il loro spettacolo e si metterà a ridere, loro avranno salva la vita. Altrimenti moriranno...


Disponibile in DVD/Bluray/Streaming: no.

Sottotitoli disponibili nel nostro fansub.

Buona visione.

domenica 22 agosto 2021

The Weight

 


Cari becchini gobbi, 

il film di oggi è un gioiellino che viene dal lontano 2012, per la regia di Jeon Kyu-hwan, nella prima volta su queste pagine. Regista pluripremiato in Corea del Sud e India, non si dimostra particolarmente prolifico, ma la sua prosa è particolarmente delicata nell'affrontare spinosi problemi di vita, morte e auto accettazione. 

Compone una trama ben oltre l'orlo del grottesco, proponendoci due personaggi strepitosi, intrepretati da Cho Jae-hyun e Park Ji-a (AKA Zia) ormai più che noti per essere stati gli attori-feticcio di Kim Ki-duk durante il periodo più florido della sua carriera. L'uno è un uomo di mezza età afflitto da scoliosi e tubercolosi, l'altro è una ragazza transgender che per questo è derisa e odiata dalla sua stessa famiglia e dalla società. Entrambi sembrano passare il tempo ad offendere la vita che odiano, trascinandosi più o meno volontariamente in una spirale di autodistruzione. 

Una critica amara ad una società spietata, che non cerca redenzione o perdono. 

La pellicola ha vinto, tra le altre cose, il Leone Queer al sessantanovesimo festival del cinema di Venezia nell'anno della sua uscita, un premio per i film che rappresentano tematiche legate alla cultura omosessuale e queer. È la prima ed unica volta (fino ad oggi) in cui un regista sud coreano viene insignito di tale premio. 

Traduzione a cura di DeepWhite999.

TRAMA: Han Hae-woon, meglio noto come Mister Jung (Cho Jae-hyun) è un addetto alla camera mortuaria in una struttura ospedaliera. La sua vita terrena è fatta di dolore. Soffre  di dolori legati all'artrite e alla tubercolosi, ma soprattutto soffre di solitudine, sentimento che mitiga stringendo morbosi legami con i cadaveri di cui deve prendersi cura. Abbandonato alla nascita per via della sua schiena deforme, viene adottato da una donna che lo tiene rinchiuso in una soffitta e lo costringe a lavorare per la sua impresa di sartoria. Il figlio naturale della donna (molto più giovane) si chiama Dong Bae ed è molto legato al suo fratellastro. Quando diventa adulto scopre la sua transessualità e la madre lo disconosce, lasciandolo solo e disperato a vivere una vita molto simile a quella del suo fratellastro...

Disponibile in DVD/BluRay: NO

Sottotitoli disponibili nel nostro fansub

Buona visione.

lunedì 9 agosto 2021

Dissolve

Cari dissoluti, 

non lo abbiamo mai fatto, ma per la prima volta vi presentiamo un film brutto. Ma partiamo dall'inizio. L'undici dicembre 2020 alle 1:20 di notte, in un ospedale di Latvia, in Lettonia, si spegne all'età di 59 anni, dopo una breve lotta contro il covid19, il nostro amato Kim Ki-duk. 

Il 2020 è stato un anno strano anche per lui. Non risultano produzioni in corso, cosa che nei suoi 25 anni di carriera è avvenuta solo durante la sua crisi esistenziale tra Dream (2008) e Arirang (2011), che lo ha portato ad una svolta nella sua carriera. 

Questa volta, il nostro Kim si prende un anno sabbatico (come tutto il resto del mondo nel periodo senza precedenti in cui il genere umano ha cercato di contrastare una pandemia globale) e si mette in viaggio per esplorare l'Europa. 

I suoi ultimi lavori lo hanno portato a girare in Giappone e in Kazakistan e in Lettonia era in cerca di una casa da acquistare. Non è una cosa insolita per lui. La sua formazione è iniziata a Parigi, dove ha frequentato una scuola d'arte e si è mantenuto vendendo i suoi dipinti. Parla fluentemente il francese, l'italiano, il russo e forse il tedesco. 

Della sua vita privata si sa poco e niente. Quello che conosciamo è la sua arte, ma è un luogo oscuro, popolato di personaggi che non sono mai quello che sembrano. Agiscono in un mondo in cui ogni azione ed ogni reazione, ha un forte significato simbolico. 

L'uomo dietro la cinepresa sembra spaventato. Non è più il monaco diventato adulto che si ripresenta un po' tronfio dopo essersi sporcato le mani per il suo desiderio di vivere una vita "normale". Il mondo di Kim non è mai diventato un Universo, come spesso accade agli artisti che hanno una carriera così lunga. Ci sono situazioni e personaggi ricorrenti. Il monaco di Primavera Estate Autunno Inverno e ancora Primavera, si ripresenta in One on One e possiamo paragonarlo a quello che salva l'umanità in Human Space Time and Human, ma non sembrano mossi dagli stessi ideali. L'evoluzione dei suoi personaggi è contorta, si muove su sentieri impervi. Un altro tema ricorrente è lo scambio di persona. Dall'idea ancora acerba di Time, in cui i personaggi si alternano ricorrendo alla chirurgia estetica e cercandosi di continuo, alla cieca, fino a quella donna tradita e traditrice di Moebius, in cui la stessa attrice interpreta la moglie accecata dalla gelosia e l'amante lasciva che le strappa sia il marito che il figlio. Poi c'è ancora One on One, in cui Kim Young-min ha interpretato ben 8 personaggi che erano vittime e carnefici di un peccato originale. 

E poi c'è il sesso. Merce di scambio, simbolo della tentazione, simbolo della violenza più estrema, prevaricazione, umiliazione, ma anche mezzo per la redenzione, l'accettazione di sé. La prima volta che ho visto Dissolve, ho subito pensato alla famiglia disfunzionale di Birdcage inn e subito dopo alle ragazze confuse e arroganti di Samaritan Girl ed in entrambi i casi, il paragone era imbarazzante. Parliamo di due film belli, profondi, girati con uno sguardo sognante e una speranza per un futuro migliore, contro una fotografia brutta, deprimente, una recitazione al limite del cringe. 

E qui torniamo alla bruttezza. Se pensate che un regista che ha speso anni a fare (anche) il direttore della fotografia per sè stesso e per altri, improvvisamente si sia trasformato in un Duccio qualsiasi, siete ingenui o in malafede. Kim ha dimostrato di avere un grande controllo del media cinematografico nel corso della sua carriera. Da The bow, che era una cartolina a cui mancava solo l'approvazione del ministero del turismo sud coreano, a Dream che era un film nel senso canonico del termine e che l'ha portato a rivedere i suoi intenti. Gli ultimi lavori sono un'opera d'arte, non solo nell'intento, ma anche nella realizzazione. Si sente la fretta con cui è girato, la rabbia per un mondo a cui può capitare di non riconoscersi più. 

Le protagoniste hanno lo stesso nome dei personaggi che interpretano, come se la realtà si insinuasse nel film, ma quegli stessi personaggi hanno caratteristiche opposte. La Din oppressa e la Din spregiudicata, il Nurlan povero e il Nurlan ricco...


Insomma, oggi vi presentiamo un film che richiede uno sforzo non indifferente per essere apprezzato, ma è al 100% Kim Ki-duk, con i suoi pregi e i suoi difetti, con la sua evoluzione/involuzione che si stiracchia in attesa del prossimo delirio, ma soprattutto è l'ultima volta che vedremo un suo film e questo fa male. Perchè in fondo, Kim ci ha abituati alla violenza, gli stupri, le torture e l'evirazione, ma non ci ha preparati a questo addio troppo improvviso e inaspettato. 

Grazie di tutto, maestro.


Una traduzione di DeepWhite999.


TRAMA: Din (Dinara Zhumagalyeva) è sia una ragazza oppressa da una famiglia troppo protettiva che una ragazza spregiudicata che tradisce il suo fidanzato con Nurlan (Sanjar Madi), un uomo molto ricco che la copre di regali costosi. Approfittando della loro straordinaria somiglianza, le due ragazze si aiutano a vicenda a migliorare le proprie vite. Ma il prezzo da pagare sarà la perdita dell'identità...

Disponibile boh

Sottotitoli nel nostro fansub

Buona visione.