sabato 21 febbraio 2015

Barbie

Care bamboline,
il film di oggi è del 2012 e fa parte del ciclo che continua a ripercorrere a ritroso la carriera della piccola Kim Sae-ron. Scritto e diretto da Lee Sang-woo, classe 71, laureato a Berkley (California), per la prima volta sulle nostre pagine. Questo regista non particolarmente prolifico, ha una propensione naturale per i drammi un po' naif, che all'inizio sembrano commedie, ma poi ti strappano il cuore.

Titoli come My mother is a whore, che ti fanno presagire una commediola infarcita di buonismo e invece è il dramma familiare di una madre sessantenne, costretta a prostituirsi per pagare le cure del figlio malato di AIDS. Non esattamente un cinico, ma sicuramente portavoce di una disillusione  sociale. Insomma, preparatevi al peggio!

Barbie è la storia di una triste località balneare, sperduta nella sordida provincia sud coreana, dove una famiglia arranca per via di un padre con problemi mentali, due bambine piccole e un perfido zio che cerca di approfittarsi della situazione.
Dopo un inizio con qualche scambio di battute di una banalità agghiacciante, lo spettatore è cotto a puntino per il colpo di scena finale.

Un film secondo noi sottovalutato, come la maggior parte di quelli che vi presentiamo, tradotto per noi da Mac Guffin, per la quale non esistono nel vocabolario italiano e in quello coreano, abbastanza parole di ringraziamento!


TRAMA: Il sogno di fuggire via lontano, è ragione di vita per la piccola Soon-ja (Kim Ha-ron, sorellina della nostra beniamina), mentre Soon-young (Kim Sae-ron), la maggiore, è già fortemente responsabilizzata e tiene in piedi una famiglia che altrimenti finirebbe per sfasciarsi.
L'arrivo in paese del signor Steve e di sua figlia Barbie, bambina perfettina, ricca e viziata, porterà scompiglio nella comunità, ma accenderà anche le speranze della famiglia, perché questi stranieri americani, sono venuti fino in Corea per adottare una bambina...

Disponibile su Amazon in DVD sub ENG
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Buona visione.

venerdì 13 febbraio 2015

A girl at my door

Cari bambini provenienti da famiglie disfunzionali che trovano riparo da donne single lavoratrici con svariati problemi personali che vanno dalla dipendenza dall'alcol ad altre cose che non vi dico per non rovinarvi la sorpresa,
il film che vi proponiamo oggi è del 2014, scritto e diretto da July Jung, trentaquattrenne con un nome che tradisce la sua infanzia all'estero, forse come Kad, ma con un viso coreanissimo. Nessuno ne sa niente, tranne che ha scritto un film su tematiche così "scomode" da non aver trovato uno straccio di sponsor, finché non ha incontrato il grande Lee Chang-dong, che si è innamorato del progetto e le ha permesso di realizzare il suo film.

Nonostante le amicizie altolocate, il film è stato realizzato esclusivamente con le sovvenzioni statali del Korean Film Council che ammontavano ad appena 300 mila dollari.
Soddisfazione amplificata, quindi, ora che il film è stato un grande successo internazionale, rastrellando premi, tra cui Miglior regia al quindicesimo premio coreano Women in Film e al Buil film Award, nonché un premio al miglior esordio allo Stockholm Film festival  2014 e una marea di nomination come quella Un Certain Regard a Cannes 2014, poi andato all'ungherese White God, ma che ha visto la pellicola omaggiata con tre minuti di standing ovation al termine della proiezione.

Nel cast due grandi protagoniste del cinema coreano contemporaneo: Kim Sae-ron e Bae Doona. Amatissime dal pubblico e dalla critica, lavorano GRATIS. Sì, nemmeno due buoni pasto o un rimborso benzina, ma interpretano i personaggi più intensi della loro carriera. Premio miglior attrice per Bae Doona al festival Golden Roster di Busan e al Hundred Flowers cinese e uno per Kim Sae-ron a Blue Dragon Award.

La storia nelle primissime scene ricorda, probabilmente non a caso, Secret Sunshine. Il fascino di un centro rurale pittoresco, in cui una piccola comunità si tiene in equilibrio precario. Si sopravvive godendo di piccoli piaceri, ma soprattutto ingoiando qualche rospo per il bene della comunità. Piccole cose, come un patrigno violento, una rissa ogni tanto, una simpatica vecchina sboccata che guida ubriaca il suo scooter con rimorchio. La normalità e la moralità vede il suo ago della bilancia spostarsi ogni giorno di più, fino a trovare il suo equilibrio in quella che per uno straniero potrebbe sembrare una situazione insostenibile.

La sensazione di deja-vu è forte per chi ha già visto Bedevilled. La sensazione di sprofondare lentamente in un mondo surreale, ma in questo caso, anche la protagonista e il suo passato fanno la loro parte.

Un film ricco di sorprese e di colpi di scena, di cui naturalmente non vi dirò nulla!
Ringraziamo stavolta la nostra Daesdemona per la traduzione impeccabile!

TRAMA: Lee Young-nam (Bae Doona) è un'ufficiale e istruttore di accademia della polizia. La sua carriera a Seul stava andando alla grande, finché qualcosa l'ha costretta ad accettare un trasferimento in una remota località marina all'estremo sud della penisola coreana. Laggiù incontra la giovane Seon Do-hee, una ragazzina proveniente da una famiglia disagiata che vede nell'agente Lee un punto di riferimento e un'alleata che la protegga nei momenti difficili. Tra le due donne nasce un feeling speciale, ma il perfido patrigno della ragazzina, non accetta di essere prevaricato...

Presto disponibile su Amazon in DVD sub ENG
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Buona visione.

venerdì 6 febbraio 2015

Manhole

Cari topi di fogna, 
il film di oggi è del 2014, scritto e diretto da Shin Jae-young, regista esordiente, ma già alla guida di un cast importante.
Un thriller si scrive da solo, non è la prima volta che dico questa cosa (credo che valga anche per gli horror e per i porno), ma in qualche modo i coreani danno il meglio di sé in queste pellicole che spesso nelle produzioni internazionali, sono solo dei sistemi facili per spillare due soldini ad una platea annoiata in uno o due fine settimana.

Il thriller ha bisogno di una struttura solida, ma anche estremamente semplice.
Un cattivo, un pazzo-maniaco che è il più forte di tutti e si rialza anche se gli spari nel cuore, qualche vittima innocente, uno scenario gradevole. Manhole ha tutto questo ed anche di più.
Alcune scene epiche, altre un po' eccessive.

In Corea ha fatto centro, qui da noi potrebbe funzionare, se ce lo proponessero. Ha un buon ritmo, un tempismo perfetto, qualche scena da infarto.

Complice del suo successo al botteghino, certamente le due protagoniste: Kim Sae-ron, che ricorderete per A brand new life, The man from nowhere e The neighbor e Jung Yu-mi, che ricorderete per A bittersweet life e Silenced.

Un grazie di cuore al nostro instancabile DeepWhite999 per questa attesissima traduzione!

TRAMA: Un serial killer semina il terrore nella modernissima Seul. Decine di persone scompaiono senza lasciare traccia nel giro di sei mesi. L'uomo si è fatto la tana sotto la superficie della città e domina gallerie dimenticate che si estendono per chilometri. Ogni tanto, come un feroce predatore, trascina le sue vittime dalla superficie nel suo labirinto pieno di trappole, che è anche la materializzazione della sua mente perversa...

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Buona visione.