sabato 24 agosto 2019

Parasite

Cari parassiti sociali,
il film di cui parliamo oggi è l'ultimo capolavoro del grande Bong Joon-ho, già su questo blog per Barking dogs never bites, Memories of murder, The host, Mother, ma non dimentichiamo anche il successo internazionale di altre due pellicole di cui non ci siamo occupati, ma lo hanno sparato nell'olimpo di Hollywood: Sonwpiercer e Okja, finite in un modo o nell'altro nel mirino di Netflix dopo un passaggio più o meno indolore in alcune sale cinematografiche.

Il buon Bong, a differenza di altri grandi registi coreani che all'estero non sono riusciti ad esprimersi altrettanto bene (Park Chan-wook e Kim Jee-won per primi), si è mosso bene e ha affascinato la critica con il suo innegabile talento, al punto che da Snowpiercer ne trarranno una serie TV particolarmente stupida e Okja... beh, Okja sembrava già di suo il pilot di una brutta serie per ragazzi.

Insomma, io tutte queste aspettative non le riponevo sul suo ritorno in patria. E lo dico senza polemiche e senza fare il sapientone. Ero più eccitato per la presenza di Song Kang-ho, che non delude mai.

Chè poi non è neanche una questione di fama e soldi. Mother è stato un filmone come pochi e girarlo è costato 5 milioni di dollari. Okja è costato dieci volte tanto (50 milioni di dollari!) a Netflix e il risultato è stato un sonoro MEH!

Tornato in patria con il portafoglio pieno e uno strano sorriso sornione sul volto, Bong si fa finanziare 13 miliardi di Won (circa 10 milioni di dollari) dal fondo cinematografico coreano.
Il 18 maggio 2018 iniziano le riprese preliminari, il 17 settembre 2018, le riprese sono finite e le pellicole impacchettate, pronte per il montaggio. 77 giorni.

Il 21 maggio 2019, lo proiettano in anteprima a Cannes (dove si aggiudicherà la prima Palma d'oro a un film coreano) e lascia tutti a bocca aperta.

Si tratta di un thriller, commedia, grottesco, drammatico e un altro paio di generi difficilmente inquadrabili. Uno di quei film in cui il colpo di scena è così improvviso, che ti accorgi troppo tardi che hai ancora il sorriso idiota della scena precedente, mentre gli altri intorno a te stanno piangendo. E sì, ti senti idiota, ma riscopri la forza con cui un bel film può colpirti e poi restarti dentro per giorni, mentre lo ricordi, lo elabori, ne capisci i livelli e la genialità.

Inizia tutto nel presente, in un angolo di qualche moderna metropoli sud coreana immersa nell'immancabile crisi economica. Scene familiari scanzonate, viste dalla prospettiva impietosa di un seminterrato.

Si respira l'aria decadente e disillusa di questa società moralmente alla deriva, in cui nessuno ha più il coraggio di credere che il talento, la forza d'animo (ma anche fisica, volendo!), possano salvare le persone normali dalla miseria. Una miseria che ti si attacca addosso, fa puzzare i tuoi vestiti, ti tiene sotto il livello sociale, allo stesso modo in cui ti tiene sotto il livello della strada. Che poi, sì, puoi essere felice anche sotto il livello della strada, ma poi se qualcuno piscia dietro un cassonetto, finisce per pisciarti dentro casa. Eccheccazzo!

Poi un giorno ti arriva l'occasione di saltare la barricata e vivere nell'Olimpo di chi ce l'ha fatta. Dover salire le scale per entrare in casa, invece che scenderle. Per dire.

E così inizia, con un colpo di fortuna improvviso e tanta voglia di riprendersi il proprio posto in società, il viaggio di questa famiglia non più disastrata. Un viaggio che li trascinerà in un vortice di bugie e inganni che si trasformerà in un delirante gioco al massacro, pieno di svolte inaspettate e momenti di un'epicità inarrivabile.

Song Kang-ho non ne sbaglia una, ma in questo caso è davvero immenso. D'altronde è sempre stato l'attore-feticcio di Bong Joon-ho e quando lavorano insieme, si vede subito che fa scintille.

Prendetevi 132 minuti per voi, mettete il cartello NON DISTURBARE e guardatevelo tutto d'un fiato.

TRAMA: La famiglia Kim abita in un appartamento seminterrato in qualche sonnolenta periferia sud coreana. Padre Ki-taek (Song Kang-ho), madre Choong Sook (Jang Hye-jin), figlio Ki-woo (Choi Woo-shik) e figlia Ki-jeong (Park So-Dam).  Un giorno, quasi per caso, la loro vita s'intreccia con quella della facoltosa famiglia Park, una sorta di loro fotocopia ricca. Padre, madre, un figlio e una figlia, che vivono in una lussuosa villa nella parte migliore della città. Approfittando dell'ingenuità dei Park, la famiglia Kim cerca di sistemarsi lavorando per loro, ma la villa lussuosa nasconde un oscuro segreto...

Sottotitoli a cura di ManuLiga per SubPassion.