venerdì 23 maggio 2014

Nameless Gangster: Rules of the Time

Cari malavitosi, 
il film di oggi è del 2012, con alla regia una new entry per queso blog: Yoon Jong-bin. Classe '79, originario di Busan, la seconda città della corea, dal cui porto, uno dei più grandi al mondo, inizia un racconto a metà tra mito e ricostruzione storica.

Il film in questione, anche noto col titolo letterale War on Crime: The Golden Age of the Bad Guys, per via dei suoi protagonisti particolarmente amati e di  una di quelle inspiegabili reazioni a catena che spesso partono dai social network, è diventato un fenomeno di costume, prima e un tormentone mediatico, dopo. Parodiato in tutti i varietà e addirittura dalla boy band k-pop Shinhwa, che ha concluso il suo tour 2013 con un concerto "ambientato" in questo film. 
Ottimo anche il giudizio della critica internazionale, che lo ha portato sulle pagine del Times, in cui è stato definito "il film d'azione coreano, che Scorsese sarebbe stato fiero di aver girato". 

Il successo al botteghino è stato clamoroso, nonostante una serie di sfortunati eventi che ha fatto slittare la prima a febbraio, mese considerato meno proficuo per il cinema. Inoltre la lunga durata (133 minuti!) ha ridotto il numero di proiezioni. Nonostante ciò, il film ha raccimolato 8 milioni di dollari nel primo mese e 36 totali, complice l'attesissimo ritorno del grande Choi Min-sik e l'amore illimitato (e giustificato!) delle platee coreane per Ha Jung-woo. 

Il film affresca una Corea a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, governata da una malavita spietata ed estremamente organizzata, contro la quale il governo non riesce a fare nulla. Racconta di un regime dittatoriale, che cerca di mettersi in buona luce con le olimpiadi del 1988 a Seoul. Racconta di un boom economico sull'onda del quale, una persona mediocre riesce ad elevarsi da funzionario corrotto a boss mafioso, solo per essersi trovato al posto giusto, nel momento giusto. 

Choi Min-sik, ingrassato di 10 kili per l'occasione, con una terribile pettinatura con riga laterale, riempie la scena, incanta e diverte. E' chiaro che il regista gli ha dato carta bianca e lui improvvisa con compassata nonchalance.

Ha Jung-woo è bello ed elegante. Il prototipo del gangster di successo. Ma anche un po' truzzo, con i suoi elaboratissimi tatuaggi (finti!) che gli sono costati 8 ore di trucco. Interpreta il suo ruolo con un semplice gioco di sguardi e poche parole, confermando il suo talento, che abbiamo già potuto apprezzare in The Chaser, Time e nel recentissimo Yellow Sea

Una traduzione a cura di scodazzi, subber esperta, che ha deciso di regalarci questo titolo attesissimo! Non sapremo mai come ringraziare adeguatamente lei e tutti i volontari che ogni giorno ci regalano tempo e competenze, per permetterci di godere di questi bellissimi film!

TRAMA: Choi Ik-hyun (Choi Min-sik) viene arrestato il 13 ottobre del 1990, al termine di una imponente operazione anticrimine voluta dal presidente Roh Tae-woo. Dal carcere, Choi ripercorre la sua sfavillante carriera, da funzionario corrotto a boss mafioso, nonostante il suo atteggiamento volgare e chiassoso. Al suo fianco, il suo socio Choi Hyung-bae (Ha Jung-woo) cerca di tenere in piedi la baracca, tra problemi di convivenza e normale insofferenza reciproca...

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Buona visione.



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