venerdì 26 luglio 2013

A Brand New Life

Cari bambini, 
il film di oggi è del 2009, per la regia di Ounie Lecomte, classe 66, originaria di Seul, attrice cinematografica e televisiva in Francia e con questo film anche regista. Il nome è dovuto al fatto che nel 1975 una famiglia francese l'ha adottata e cresciuta in Francia, dove ha studiato dress design e ha iniziato la sua carriera di attrice.

Nel 1991 è tornata in Corea, con un sogno nel cassetto: raccontare la sua storia. Ma non solo. Quello dei KAD, i bambini abbandonati negli orfanotrofi occidentali in Corea e poi adottati in paesi stranieri (principalmente USA, Canada, Europa e Australia), è un fenomeno che riguarda oltre 150 mila bambini. Dal 1955, anno in cui i coniugi Bertha e Harry Holt adottarono 8 orfani di guerra.

La sanguinosa guerra di Corea, dal 1950 al 1953 aveva riempito gli orfanotrofi di bambini privati di uno o entrambi i genitori, figli di stupri o figli illegittimi di soldati americani che non avrebbero trovato posto in una società chiusa e razzista, ma anche figli di famiglie indigenti.

Lo Stato coreano aveva fiutato l'affare, stimato dai 15 ai 20 milioni di Dollari l'anno risparmiati e aveva agevolato le procedure di adozione. Il problema naturalmente è stato solo rimandato in quanto vent'anni più tardi, quei bambini ormai adulti, hanno cercato le loro origini coreane, chiedendo di ottenere la cittadinanza e in molti casi avviando delle vere e proprie cause contro l'operato del governo.

Ounie è uno di questi bambini. Torna in patria per togliersi un peso dal cuore e per quindici lunghi anni lavora a un film che raccontasse la storia del suo abbandono, di quel padre lontano e ormai dimenticato, che nel film appare sempre di spalle o con la testa tagliata fuori dall'inquadratura. Un uomo disperato, senza dubbio, che le compra dei vestitini nuovi e una torta enorme e le promette un viaggio. Un viaggio che farà, ma da sola.

Perchè il film vedesse la luce, c'è voluto l'incontro della regista con il grande Lee Chang-dong, che letto il copione ha deciso di produrlo.

Per il ruolo della protagonista, sceglie una bambina che le somigliava quando aveva la sua età: Kim Sae-ron, l'adorabile protagonista di The man from nowhere, al tempo ancora sconosciuta.

Ne esce un film stupendo, disperato, straziante, ma anche dolcissimo. Un film che ingiustamente viene snobbato in patria e nel resto del mondo, racimolando appena 167 mila dollari. Per intenderci, l'anno successivo The man from nowhere incassa 43 milioni di Dollari!

TRAMA: Jin-hee è una bambina di 9 anni abbandonata dal padre in un orfanotrofio cattolico sperduto nella campagna coreana. Correva l'anno 1975, e nel paese c'era tanta povertà e tanti stranieri. Nel limbo dell'orfanotrofio, gli adulti con i loro vestiti strani e con le loro lingue incomprensibili, erano l'unica via di fuga.
A patto che si fosse carine e sorridenti, ma Jin-hee è ancora incredula che il suo amato padre l'abbia abbandonata, ci deve essere un errore o forse la colpa è sua, per quella volta in cui aveva fatto piangere il fratellino...

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Buona visione.

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