venerdì 13 febbraio 2015

A girl at my door

Cari bambini provenienti da famiglie disfunzionali che trovano riparo da donne single lavoratrici con svariati problemi personali che vanno dalla dipendenza dall'alcol ad altre cose che non vi dico per non rovinarvi la sorpresa,
il film che vi proponiamo oggi è del 2014, scritto e diretto da July Jung, trentaquattrenne con un nome che tradisce la sua infanzia all'estero, forse come Kad, ma con un viso coreanissimo. Nessuno ne sa niente, tranne che ha scritto un film su tematiche così "scomode" da non aver trovato uno straccio di sponsor, finché non ha incontrato il grande Lee Chang-dong, che si è innamorato del progetto e le ha permesso di realizzare il suo film.

Nonostante le amicizie altolocate, il film è stato realizzato esclusivamente con le sovvenzioni statali del Korean Film Council che ammontavano ad appena 300 mila dollari.
Soddisfazione amplificata, quindi, ora che il film è stato un grande successo internazionale, rastrellando premi, tra cui Miglior regia al quindicesimo premio coreano Women in Film e al Buil film Award, nonché un premio al miglior esordio allo Stockholm Film festival  2014 e una marea di nomination come quella Un Certain Regard a Cannes 2014, poi andato all'ungherese White God, ma che ha visto la pellicola omaggiata con tre minuti di standing ovation al termine della proiezione.

Nel cast due grandi protagoniste del cinema coreano contemporaneo: Kim Sae-ron e Bae Doona. Amatissime dal pubblico e dalla critica, lavorano GRATIS. Sì, nemmeno due buoni pasto o un rimborso benzina, ma interpretano i personaggi più intensi della loro carriera. Premio miglior attrice per Bae Doona al festival Golden Roster di Busan e al Hundred Flowers cinese e uno per Kim Sae-ron a Blue Dragon Award.

La storia nelle primissime scene ricorda, probabilmente non a caso, Secret Sunshine. Il fascino di un centro rurale pittoresco, in cui una piccola comunità si tiene in equilibrio precario. Si sopravvive godendo di piccoli piaceri, ma soprattutto ingoiando qualche rospo per il bene della comunità. Piccole cose, come un patrigno violento, una rissa ogni tanto, una simpatica vecchina sboccata che guida ubriaca il suo scooter con rimorchio. La normalità e la moralità vede il suo ago della bilancia spostarsi ogni giorno di più, fino a trovare il suo equilibrio in quella che per uno straniero potrebbe sembrare una situazione insostenibile.

La sensazione di deja-vu è forte per chi ha già visto Bedevilled. La sensazione di sprofondare lentamente in un mondo surreale, ma in questo caso, anche la protagonista e il suo passato fanno la loro parte.

Un film ricco di sorprese e di colpi di scena, di cui naturalmente non vi dirò nulla!
Ringraziamo stavolta la nostra Daesdemona per la traduzione impeccabile!

TRAMA: Lee Young-nam (Bae Doona) è un'ufficiale e istruttore di accademia della polizia. La sua carriera a Seul stava andando alla grande, finché qualcosa l'ha costretta ad accettare un trasferimento in una remota località marina all'estremo sud della penisola coreana. Laggiù incontra la giovane Seon Do-hee, una ragazzina proveniente da una famiglia disagiata che vede nell'agente Lee un punto di riferimento e un'alleata che la protegga nei momenti difficili. Tra le due donne nasce un feeling speciale, ma il perfido patrigno della ragazzina, non accetta di essere prevaricato...

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Buona visione.

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