martedì 6 novembre 2012

Primavera estate autunno inverno... e ancora primavera.

Cari monaci eremiti galleggianti, 
dopo un inizio settimana movimentato, siamo di nuovo in pista per festeggiare nientemeno che il grande Kim Ki-duk. Abbiamo già parlato di Seom, ma chi ha già sbirciato il canale, avrà notato che i film di questo grande regista  rappresentano già un terzo dei contenuti. Non ci prefissiamo di pubblicare l'opera omnia, ma i film che secondo noi meritano di essere guardati sono tanti e ne arriveranno presto degli altri.
Istituiamo quindi sul campo la settimana di Kim Ki-duk e partiamo dalla fine, dal film anomalo, dal titolo che non può lasciare indifferente chi ha visto The isle e come tutti lo ha amato e odiato nello stesso momento. 
Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera, è una sorta di autocelebrazione. Uscito ufficialmente nell'estate 2004, ci ha impiegato solo 3 anni a sbarcare in Italia ed essere trasmesso in chiaro da rai3. Nel mentre ha vinto diversi premi tra cui il premio del pubblico al San Sebastien 2003, alcune categorie del festival internazionale di Locarno 2003 e il premio Gianni Venanzo 2004 per la sua incredibile fotografia. 

La storia è divisa in 5 episodi, distanti negli anni e ambientati in stagioni differenti. 
Un monaco anziano e il suo discepolo, vivono in un tempio galleggiante in mezzo alla natura incontaminata. Raggiungono la riva in barca e interagiscono col mondo, oppure portano gli estranei nel tempio per aiutarli a guarire nel corpo e nello spirito, grazie alla loro saggezza, alla cultura buddista e all'arte della medicina tradizionale con le erbe.

Impossibile non notare la somiglianza con The isle: la barca, la piccola casa/tempio galleggiante, le anime inquiete che le abitano, il sesso che distrugge gli equilibri, la violenza che ogni uomo si porta dentro come un fardello e prima o poi lo condannerà come un implacabile peccato originale.
Eppure questa volta qualcosa cambia. Nel fondo dell'abisso a un certo punto, ti sembra di scorgere una luce. Così nel film, niente è senza ritorno, tutto si accumula, tutto alla fine arricchisce, ogni perdita, ogni errore... 
Se in The isle, le case galleggianti, tutte piccole, un po' squallide, tutte uguali fatta eccezione per un colore sgargiante che non faceva che renderle ancora più tristi, rappresentavano un'umanità senza scampo, fatta di piccole realtà tutte simili e tutte similmente patetiche, in questo film il tempio rappresenta l'umanità da un punto di vista macroscopico. Quasi uno sguardo dall'alto, che cerca di essere distaccato, super partes. 

Kim Ki-duk ha detto del film: "Ho voluto tracciare un ritratto delle gioie, delle rabbie, dei dolori e dei piaceri che segnano le nostre vite, attraverso quattro stagioni e attraverso la vita di un monaco che vive in un tempio nel lago di Jusan, circondato soltanto dalla natura."

L'eremo, che è il luogo per Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera è un set costruito artificialmente e fatto galleggiare sul lago di Jusan nella Provincia Nord Kyungsang in Corea. Creato circa 200 anni fa, il lago di Jusan è un lago artificiale nelle cui acque si riflettono le montagne circostanti. Mantiene l'aura mistica di avere alberi di più di centinaia di anni che continuano a crescere nelle sue acque. LJ Film è stato in grado di ottenere il permesso di costruire il set dopo aver finalmente convinto il Ministero dell'Ambiente attraverso sei mesi di negoziati. 

Il monastero galleggiante è stato costruito appositamente per il film, e il regista ha ottenuto il permesso dalle autorità di tenerlo lì per un anno intero. Le riprese hanno avuto luogo nel corso dello stesso anno, e sono durate 22 giorni in totale, dopo di che il set è stato rimosso e distrutto. Infatti, il lago è parte di un parco nazionale per cui nessun edificio è consentito.

Disponibile su Amazon in DVD full ITA.
buona visione!

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