venerdì 9 novembre 2012

Il soffio

Cari condannati,
il film di oggi è un'altra richiesta dal nostro gruppo facebook. Si tratta di un film del 2007, diretto, neanche a dirlo, da Kim Ki-duk. Presentato al 60° festival di Cannes e subito mandato in nomination per la palma d'oro, si è visto soffiare il premio dal film 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni del rumeno Cristian Mungiu.

Si tratta del quattordicesimo film di Kim Ki-duk, quando il più della sua carriera, aveva impresso a fuoco il suo nome negli annali dei festival europei. Un film, ambizioso come Primavera, Estate, Autunno, inverno e... ancora Primavera, delicato come L'arco, appassionante come Ferro 3, coraggioso come Real Fiction, scioccante come Bad guy... potrei citare tutta la filmografia!

La critica lo accoglie tiepidamente. Il suo modo di girare è collaudato e lascia spazio a un'ironia che molti critici hanno preso per strafottenza. Kim appare nel riflesso del monitor di sorveglianza, suo l'occhio della telecamera con i colori e quella copertura che richiama il suo cappellaccio da baseball, a lui sono diretti i sorrisi della grandissima Park Ji-a alla migliore interpretazione della sua carriera, quando canta in modo sguaiato una canzone di finta allegria. Indispettisce una trama che è pura poesia, ma tralascia qualche spiegazione. Il risultato è  una scarsa affluenza al botteghino (solo 625 mila dollari di incasso) e nessun premio nei festival.

Riguardo al DVD, il doppiaggio italiano è pessimo. Si cavilla nel titolo sull'articolo a volte presente, a volte no. L'errore è a monte, dato che l'argomento è il respiro, non il "soffio". Le voci inadeguate dei personaggi e alle situazioni, non seguono nemmeno il labiale. Guardatelo in lingua originale!

Naturalmente lasciamo a ognuno il proprio giudizio, ma per noi è un film sottovalutato e snobbato.
Utilizza il metalinguaggio del regista per parlare d'amore, di rapporti di coppia che all'improvviso scoppiano (e pare che sia una cosa normale), ma la tua vita dipende anche dalla persona che ti sta accanto, almeno quanto dipende dalla necessità di respirare. Anzi, nella vita così come nell'amore, non puoi dire basta e semplicemente smettere di respirare. Purtroppo non escludo che si possa arrivare a desiderarlo ardentemente, ma certamente non è possibile semplicemente smettere di respirare e togliere il disturbo. Bisogna arrivarci un passo alla volta alla morte, si passa in rassegna ogni stagione e ogni volta si canta e si balla e a un certo punto ci vuole un po' di sforzo per non innamorarsi nuovamente della vita.
Poi ci sono le piccole prove quotidiane a cui siamo sottoposti. Piccole cose, apparentemente insignificanti come  una relazione extraconiugale con una provocante collega di lavoro, oppure un raptus di follia omicida che ti fa sterminare la tua famiglia e ti lascia pieno di rimorsi. Che poi è un po' la stessa cosa.

L'amore, la morte, il tradimento, il suicidio che poi è un espediente per avere qualche giorno in più da vivere... ché poi in effetti il problema è riempirlo quel giorno in più!
E' un attimo che quella camicia che stavi stendendo ad asciugare in balcone, ti sfugga di mano e cada lievemente sull'asfalto e d'improvviso non hai più voglia di lavarla e la butti via. Così è stato per Yeon.

TRAMA: Yeon ha un bel marito, una bella casa, una bella figlia... una bella vita. Un giorno scopre che il marito la tradisce e decide di farla finita. Il dolore si impossessa della sua anima, e come ultimo gesto, trova una persona infelice come lei: Jin. Brutale, animalesco, macchiato di crimini imperdonabili e ingiustificabili, vive nel braccio della morte di un carcere, dopo aver assassinato la moglie e le figlie. Ogni volta che viene fissata una data per l'esecuzione, si ferisce gravemente per poter vivere qualche giorno in più.
Lei si dà una missione che è quasi un ultimatum: trovare l'amore in fondo al cuore di Jin e insegnargli ad amare la vita...

Disponibile su Amazon in DVD full ITA.
Buona visione.

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